Home » Community » Vivere, sperimentare, raccontare, riscoprire matematica

Vivere, sperimentare, raccontare, riscoprire matematica

Pubblicato il: 09/02/2010 17:47:37 -


Sono convinto che nella scuola del primo ciclo si deve puntare sulla qualità e non sulla quantità, sul piacere della scoperta e della soluzione di un problema, sulla motivazione e sul coinvolgimento attivo di tutti gli alunni.
Print Friendly, PDF & Email
image_pdfimage_print

Non so se avete notato, in questi ultimi anni si fa un gran parlare delle carenze che i giovani manifestano nella matematica, nelle scienze e nella lingua madre. L’Europa, l’Ansas, l’Invalsi, attraverso un’azione congiunta, progettano e attuano azioni, in ispecie nell’Italia meridionale e insulare, che sono finalizzate al superamento, almeno parziale, delle suddette criticità. Le nuove strategie educativo-didattiche e i contenuti proposti sollecitano il corpo insegnante a modificare il modo in cui vengono presentate e definite le unità di apprendimento relative alle discipline considerate.

Così, ad esempio, il progetto M@tabel, che si sta sperimentando nella scuola del primo ciclo, prevede percorsi educativo-didattici innovativi rispetto al solito modo di impostare la lezione di matematica. Le unità di apprendimento di matematica proposte ai professori-corsisti, da sperimentare nelle classi delle proprie scuole, sono veramente innovative nei contenuti e nei metodi con cui vengono presentate e definite.

Il laboratorio, il racconto, la storia, l’esperienza, il vissuto dei discenti, le situazioni problematiche, le nuove tecnologie, assumono un’importanza fondamentale nel processo di insegnamento-apprendimento della matematica che prevede quattro ambiti: i numeri, lo spazio e le figure, la misura, i dati e le previsioni.

Per essere al passo dei tempi, e perseguire nel 2012 gli obiettivi di Lisbona, l’insegnante è chiamato ad aggiornare il suo profilo culturale e professionale onde trasmettere ai giovani di oggi quelle capacità e competenze richieste nella società attuale.

Modificare il personale metodo e stile di insegnamento non è cosa facile, in considerazione anche di un consolidato e obsoleto modo di procedere dei dipartimenti di matematica in cui si progettano le unità di apprendimento seguendo pari pari le indicazioni del “bravo” libro di testo in adozione.

Ormai dobbiamo farcene una ragione, la proposta educativo-didattica, affinché sia valida, deve avere senso e significato, prevedere contenuti reali o realistici, verifiche e valutazioni autentiche, mezzi e strumenti i più vari, i più consoni alle situazioni in cui si sperimentano i processi di apprendimento.

È necessario disporci con la mente rivolta al singolo alunno, per fare in modo che il progetto educativo messo in campo sia personalizzato, motivante, inclusivo, formativo in tutti i sensi.

Ho proposto ai miei ventisette alunni di prima media l’uda “ Algoritmi insoliti”, suggerita dal piano M@tabel, e devo dire che la scoperta di “vecchie” metodologie per effettuare le operazioni di moltiplicazione e divisione, con l’ausilio del laboratorio, del racconto, della storia, dei contesti significativi, ha entusiasmato, interessato e motivato tutti, persino coloro che ritenevano che la matematica fosse “difficile, inutile, faticosa”.

Nella mia attività quotidiana di docente di matematica e scienze sento ancora colleghi che sono legati indissolubilmente al programma, hanno l’ansia di portarlo a termine, temono che i ragazzi possano evidenziare difficoltà nelle scuole superiori. Per questo i ragazzi vengono sovraccaricati di nozioni ed esercizi che sono recepiti solo da pochi eletti, mentre molti di essi fanno registrare disaffezione, disinteresse e noia per questa importante materia di studio.

Sono convinto che nella scuola del primo ciclo si deve puntare sulla qualità e non sulla quantità, sul piacere della scoperta e della soluzione di un problema, sulla motivazione e sul coinvolgimento attivo di tutti gli alunni. Per un ragazzo l’obiettivo più importante è quello di scoprire il piacere di fare matematica. Raggiunto questo obiettivo, i docenti possono pensare di raggiungere tutti gli altri.

Penso che le proposte di aggiornamento – es. M@tabel – potranno rivelarsi utili ed efficaci solo in presenza di una piena disponibilità e coinvolgimento del personale docente.

Saverio Fanigliulo

18 recommended

Rispondi

0 notes
500 views
bookmark icon

Rispondi